25 aprile 2007

UNA PICCOLA CREPA....E IL GHIACCIO CHE SI SPACCA IN MILLE PEZZI....

Amici che parlano....e io che intanto con la mente sono a mille miglia di distanza, io che penso a discorsi fatti anni fa con la mia migliore amica...oddio...adesso non posso negarlo a me stessa. Quella piccola crepa nel ghiaccio di qualche settimana fa sta squarciando la mia corazza di gelo...non ci posso credere...

Tratto da Blood Red Rose; continua la lettura...





Il corpo di questo intervento è stato rimosso su esplicita richiesta dell'Autrice.

3 aprile 2007

cercasi moduli...

eccomi pronta a proporvi l'ennesimo bla bla bla, seguito alla notizia che finalmente qualcuno pagherà le mie prestazioni (non si parla del campo sessuale, come, immagino, amichetti, avrete ovviamente pensato)...
ebbene. rientrata la disarticolazione della mascella procuratami con uno sbadiglio, aggiornerò velocemente le mie nugae...

Tratto da the paradise city; continua la lettura...




Ho scelto questo post perchè, nonostante sia considerevolmente sottotono rispetto a taluni grandiosi interventi che l'Autrice ci ha donato in passato (lascio al lettore l'imporbo compito di isolarli nel mare di variegata rumenta che compone il suo blog), contiene tutti gli elementi che siamo stati abituati a subire nelle opere letterarie — almeno quelle pubbliche — della Vale. Il tono è, come al solito, velato da una sottile ma consistente patina di superiorità: è evidente che il lettore viene visto come un noioso e petulante bambinetto, meritorio di un briciolo di attenzione solo in virtù del silenzio che si riceverà di scotto. La sfera personale è appena accennata, e serve solo da giustificazione per quello che segue: chi, infatti, abbia a pagarle queste non definite prestazioni rimane avvolto nel mistero, infittito ulteriormente dalle dichiarazioni finali che andranno a negare ogni possibilità di lavoro attuabile e accessibile dalla scellerata Autrice.

Il tono di superiorità e di conseguente disprezzo si fa sempr più forte: l'accenno al suo ennesimo problema articolare non fa che da introduzione per una carambolante dichiarazione d'intenti; l'etichettare il suo blog nugæ è infatti solo un modo per sbattere in faccia al lettore tutta la sua cultura umanistica (e immagino che pochi avranno, come il sottoscritto, cercato il significato della parola, per incappare in dotte citazioni degli Epigrammi di Marziale), per poi nascondersi dietro un velo di falsa modestia data dall'apologia della modestia stessa. La doppiezza verbale di questa donna è sconcertante.

Finalmente però l'Autrice scende al livello dell'umile lettore, e si degna, nella sua infinita bontà, di esplicare il suo pensiero alle folle adoranti frattanto riunitesi, e si compiace della loro gratitudine per aver scelto un argomento a loro accessibile: il Verbo si è rivelato, e si è incarnato... nei Bee Hive.

Sgomento tra le folle.

Ebbene sì, il fulcro, il nocciolo, la segreta anima di questo intervento va cercata in Kiss me Licia. È questa l'illuminazione che l'Autrice porta al suo popolo! La redenzione delle anime mediante abluzioni nei Bee Hive.

Le folle alzano le spalle e si dirigono verso casa, lasciando l'Autrice sola, sulla cima della collina.

Il seguito del post è solo un rantolante tentativo di riacquisire l'attenzione, ma l'argomento "lavoro" manca del necessario afflato epico, e il richiamo al Machiavelli richiama l'attenzione di solo alcune anziane signore del Circolo del Bridge, confuse dall'assonanza con un noto gioco di carte. E poi, come un canarino colpito da una racchetta da pelota, l'ultima frase, ultima speranza di riottenere considerazione, una incomprensibile frase in inglese, buttata lì auspicando qualcuno si interroghi se sia una citazione o una dichiarazione... ma ormai è troppo tardi, e l'eco si disperde nella solitudine della vallata ormai solatìa.

2 aprile 2007

E' ora di mettere i puntini sulle "i"

Allora. Data la mia natura permalosa, mi sono stufata di sentire commenti sulla mia presunta "femminilità pari a quella di uno scaricatore di porto".
Essa fa parte del mio carattere come le manie di grandezza e l'egocentrismo quindi che vi vada bene o no, me ne importa ben poco. Sono solamente stufa di sentire commenti vari, fatti magari in modo ironico...

Tratto da CaMpUs; continua la lettura...




Eccoci di fronte ad un vero e proprio sfogo: una ragazza (nonostante tutto continua a definirsi tale) che, a dispetto della sua dichiarata sicurezza, decide di spiegarci i perchè e i percome del suo essere. Ad una prima lettura il nesso tra causa ed effetto ("voi mi sfottete" implica "vi racconto come mai sono cresciuta così"? e perchè mai?) non risulta molto chiaro... ad una seconda lettura, nemmeno. Ad una terza lettura si stabilisce che questo nesso probabilmente non è così importante, quindi ci si può abbandonare a qualsivoglia illazione. Una possibilità che ho preso in considerazione per giustificare questo post è che non sia stato scritto dalla firmataria, ma da un qualche suo parente, probabilmente la madre la quale, estenuata dai fallimentari tentativi di rendere la figlia un briciolo più dabbene, ha pensato di giustificarsi in questo modo di fronte al mondo. "Ecco", sembra dire, "vedete come è sempre stata? Io ho fatto quello che ho potuto, ma non è bastato...".

Concediamoci un minuto di raccoglimento in onore dell'improba opera di quella donna.

Fatto? Bene. Continuando nella lettura attraversiamo una serie di esperienze comuni tra i bambini, finchè non ci imbattiamo in una frase isolata, dopo un nostalgico accenno ad Holly e Benji: "e quello si che era un bel cartone". Qui emerge quel lato del carattere dell'autrice che si nutre di assoluti: quel cartone è bello e punto, non c'è possibilità di appello, e tacitamente afferma anche il basso livello raggiunto dalla cartocinematografia moderna per ragazzi. Il richiamo ai deliri di onnipotenza sviluppati nel suo altro blog è chiaro... Questo accenno ai lati oscuri del suo carattere modifica radicalmente il tono del prosieguo post, che si fa sempre più rabbioso e colmo di acredine, al punto di sbattere in faccia al lettore abitudini del tutto innocenti, se non addirittura encomiabili, quasi fossero elementi di disprezzo.

Il lettore, giunto a questo punto, se ne sta. Viene a scoprire che l'Autrice non è come lui, e che comunque lui è un po' una merda. Il lettore ci rimane anche un po' male, si sente quasi in colpa, manco fosse stato lui la causa scatenante. Il lettore passa un paio di minuti cercando di capire che tipo di contatti abbia avuto con l'Autrice, e poi, giustamente, il lettore se ne fotte e torna a cercare quel video di Pamela Anderson e Tommy Lee di cui gli avevano parlato in ufficio. Il lettore passerà una serena nottata a prescindere dal malcelato odio che l'Autrice prova verso qualsiasi forma di vita proteica. L'Autrice, frattanto, inizierà a guadagnarsi da vivere grazie alle numerose offerte di posti di lavoro come camallo al porto di Voltri, iniziate a fioccare dopo la pubblicazione del post.

1 aprile 2007

... a scuola di punk - lesson nr 2 - Origini e filosofia.

A grande richiesta dopo la lesson nr 1 mi trovo costretto in forte anticipo sulla mia tabella di marcia a parlare delle radici del punk a voi poveri mentecatti ...
... il fenomeno nasce in Inghilt ... sbagliato! a sorpresa la culla del punk sono gli Stati Uniti d'America (non era impossibile arrivarci, basti sapere che i Ramones si formarono nel 1974, e certo non furono i primi...). Il grosso handicap del punk americano...

Tratto da Zabriskie Point; continua la lettura...




Mi sembra il minimo, per inaugurare questo blog, partire da chi della mia pulsione a scrivere in pubblico è stato il principale (nonché unico) fautore. In questo suo post, secondo di una probabilmente lunga serie che in molti temono si svilupperà in futuro, possiamo osservare il miglior Matte, quello che racchiude in sè gli elementi contrastanti della multiforme cultura punk e la precisa organizzazione di un assicuratore dell'alta borghesia sestrese. È raro, infatti, trovare qualcuno in grado di passare con tanta facilità e leggerezza dalla storiografia moderna, all'analisi musicale, alle note stilistiche, ai cenni filosofici... ma questa plasticità non dev'essere motivo di vanto. Notiamo infatti che gli argomenti esposti sono sviluppati ad un livello puramente nozionistico, quasi lo scheletro del post fosse stato pianificato con l'aiuto di Google Sets usando le voci "punk culture".

Non mi è molto piaciuto... la lettura dell'intervento non mi ha dato nulla che non mi potesse fornire una veloce lettura di Wikipedia delle pagine sull'argomento; ma in effetti il post è più importante per capire Matte che non il punk. Abbiamo una persona la cui sterminata ed eclettica cultura (ah, quante pagine di "Spigolature" e "Forse non tutti sanno che..." avrà letto, sulla Settimana Enigmistica?) spesso soverchia le sue reali facoltà intellettive, portandolo a trovare sinergie tra gli argomenti più improbabili... significativo esempio è il passaggio riguardo gli aspetti niciani del punk e Rapallo: ringraziamo il commento della sua più fanatica lettrice per aver spinto l'Autore ad esplicarsi.

Poi questo continuo richiamare e richiamarsi ad un movimento ormai spento (non morto, spento)... quasi cercando nell'immobilità di una cultura ormai cristallizzata rassicurazioni contro un mondo altrettanto spento purtuttavia in movimento. Indicativo è anche l'attaccamento ad una cultura sostanzialmente costruita a tavolino, in modo da adeguarsi alle (e placare le) normali pulsioni di una popolazione giovanile. Insomma, alla luce di queste osservazioni possiamo stabilire che, alla fine, un Matte punkettaro è comunque bello da vedere, specialmente vestito dei panni del mentore di nuove generazioni. Speriamo che la sua opera di rieducazione abbia successo: non tanto per il perpetuare della cultura punk, che alla resa dei conti disprezzo anche un po', quanto per la possibilità che da al suo lettori di osservare la propria cultura sotto un'ottica differente.