2 aprile 2007

E' ora di mettere i puntini sulle "i"

Allora. Data la mia natura permalosa, mi sono stufata di sentire commenti sulla mia presunta "femminilità pari a quella di uno scaricatore di porto".
Essa fa parte del mio carattere come le manie di grandezza e l'egocentrismo quindi che vi vada bene o no, me ne importa ben poco. Sono solamente stufa di sentire commenti vari, fatti magari in modo ironico...

Tratto da CaMpUs; continua la lettura...




Eccoci di fronte ad un vero e proprio sfogo: una ragazza (nonostante tutto continua a definirsi tale) che, a dispetto della sua dichiarata sicurezza, decide di spiegarci i perchè e i percome del suo essere. Ad una prima lettura il nesso tra causa ed effetto ("voi mi sfottete" implica "vi racconto come mai sono cresciuta così"? e perchè mai?) non risulta molto chiaro... ad una seconda lettura, nemmeno. Ad una terza lettura si stabilisce che questo nesso probabilmente non è così importante, quindi ci si può abbandonare a qualsivoglia illazione. Una possibilità che ho preso in considerazione per giustificare questo post è che non sia stato scritto dalla firmataria, ma da un qualche suo parente, probabilmente la madre la quale, estenuata dai fallimentari tentativi di rendere la figlia un briciolo più dabbene, ha pensato di giustificarsi in questo modo di fronte al mondo. "Ecco", sembra dire, "vedete come è sempre stata? Io ho fatto quello che ho potuto, ma non è bastato...".

Concediamoci un minuto di raccoglimento in onore dell'improba opera di quella donna.

Fatto? Bene. Continuando nella lettura attraversiamo una serie di esperienze comuni tra i bambini, finchè non ci imbattiamo in una frase isolata, dopo un nostalgico accenno ad Holly e Benji: "e quello si che era un bel cartone". Qui emerge quel lato del carattere dell'autrice che si nutre di assoluti: quel cartone è bello e punto, non c'è possibilità di appello, e tacitamente afferma anche il basso livello raggiunto dalla cartocinematografia moderna per ragazzi. Il richiamo ai deliri di onnipotenza sviluppati nel suo altro blog è chiaro... Questo accenno ai lati oscuri del suo carattere modifica radicalmente il tono del prosieguo post, che si fa sempre più rabbioso e colmo di acredine, al punto di sbattere in faccia al lettore abitudini del tutto innocenti, se non addirittura encomiabili, quasi fossero elementi di disprezzo.

Il lettore, giunto a questo punto, se ne sta. Viene a scoprire che l'Autrice non è come lui, e che comunque lui è un po' una merda. Il lettore ci rimane anche un po' male, si sente quasi in colpa, manco fosse stato lui la causa scatenante. Il lettore passa un paio di minuti cercando di capire che tipo di contatti abbia avuto con l'Autrice, e poi, giustamente, il lettore se ne fotte e torna a cercare quel video di Pamela Anderson e Tommy Lee di cui gli avevano parlato in ufficio. Il lettore passerà una serena nottata a prescindere dal malcelato odio che l'Autrice prova verso qualsiasi forma di vita proteica. L'Autrice, frattanto, inizierà a guadagnarsi da vivere grazie alle numerose offerte di posti di lavoro come camallo al porto di Voltri, iniziate a fioccare dopo la pubblicazione del post.