14 giugno 2008

la ruota del tempo gira senza fine...

...e porta seco innumerevoli novità. Questo blog è giunto alla sua conclusione, ma per un prodigio di metempsicosi si è reincarnato in un nuovo e sfavillante avatar terreno:

www.belinde.net



Mi aspetto che i pochi lettori abbiano la costanza di segurmi anche di là. O almeno l'itelligenza per riuscire a cliccare sul link sopra, che, viste le persone, non è cosa scontata...




"La nave dei folli", di Hieronymus Bosch



...continuiamo a navigare, verso incerti lidi...

29 maggio 2008

Messaggio di servizio

A breve sposto baracca e burattini su un altro server: orbene, visto che ho già effettuato l'esportazione di tutti i post e i commenti, sareste pregati di non scrivere più nulla. Non che cambi qualcosa di sostanziale, solamente i vostri sforzi di comunicare andranno persi.

Ah, per i più curiosi: il nuovo indirizzo sarà http://www.belinde.net, ma al momento è tutto un work in progress...

28 maggio 2008

Filosofia spicciola della Campus, Parte 3

A furia di leccare, i fondoschiena si consumano.
Meditate, gente, meditate.

Tratto da CaMpUs; continua la lettura…





Continua la meritoria quanto inopportuna opera di evangelizzazione popolare intrapresa nelle ultime settimane dalla giovane e promettente CaMpUs (d'ora innanzi rinominata in Campus, perché ho di meglio da fare nella vita che non consumarmi le dita sul tasto Shift). Dopo essersi cimentata nelle imprese più disparate e disperate, dalla conquista del mondo a quella del suo essere donna, si lancia a corpo morto nell'esposizione epigrammatica di banali ovvietà, nella quanto mai fallace speranza che l'esporle in forma di kōan ne possa innalzare il contenuto etico e morale al di sopra delle frasette dei baci perugina.

Il post in oggetto è già il terzo della serie, il che fa temere a molti che la pubblicazione di queste perle (se di saggezza o di Guttalax sta al lettore decidere) possa continuare ad libitum. Inutile negarlo, probabilmente si tratta del punto qualitativamente più basso mai raggiunto dalla produzione campusiana: la scontatezza dei contenuti, il ritmo dell'esposizione, la cura nella scelta dei vocaboli… tutto da a pensare che il blog stia giungendo ad una naturale morte per inedia mentale dell'Autrice. Forse sta rivolgendo la sua attenzione ad argomenti di maggiore levatura intelettuale, o forse ha riscoperto la sua collezione di Cioè e ha deciso di riaprire l'abbonamento.

Nulla possiamo fare noi, poveri lettori impotenti, rari nantes nelle tempeste cerebrali post-adolescenziali fanatic-intelletual-populiste dell'Autrice, se non chinare il capo e attendere che anche questo periodo sia passato. Certo, forse potremmo analizzare con calma anche questi post confidando che, sotto la ruvida scorza della grettezza campusiana, si nasconda un cuore di concetti mirabile e degno di attenzione; ma, con maggiore concretezza, possiamo basarci sulla teoria per la quale se voglio un cuore morbido allora mi mangio un Ferrero Rocher.




"La scuola di Atene", di Raffaello Sanzio - dettaglio



Questa volta, ovviamente, l'accostamento è per contrapposizione. Mi sembrava giusto spiegarlo, onde evitare inutili fraintendimenti…

17 maggio 2008

Nubi di ieri sul nostro domani odierno

Quando c'ho la ragazza faccio la conchetta per sentirmi il fiato,
sto vent'anni in bagno, penso che si chiava, dopo non si chiava e non mi lavo più.
Cerco nelle mie narici una testimonianza delle mie radici, ma vi trovo un fico e lo dovrò spalmare
sotto qualche banco, come in gioventù.
Questi sono i miei costumi, vendo paralumi, siete come me.

Tratto da Elio E Le Storie Tese; continua la lettura…





L'avete letta e riconosciuta, adorata o disprezzata, ma non ne siete rimasti indifferenti. E se anche non l'aveste mai sentita, sono sicuro che sin'ora non avrete mai dormito tra due guanciali. Per quale motivo è finita su questo blog? Solo per attirare l'attenzione dei lettori: mi scuso di conseguenza con chiunque arrivi qui alla ricerca dei testi di Elio.

Niente commento, oggi. Pensieri a ruota libera.

Non ho trovato fonti, da febbraio a questa parte: i blog di persone fisiche da me conosciute sembrano essersi arenati su una ristretta rosa di argomenti, quali "oh ma quanto sto male", "oh ma che sfiga c'ho addosso", "oh ma siete tutti brutti e cattivi"; in questo mare magnum di varie acredini e depressioni, spiccano sparute isole di banalità assortite — una fra tutte, quasi un eponimo del genere, Zabriskie Point — che tuttavia non riescono a solleticarmi. Non so, questo ammosciamento generalizzato mi stupisce sempre. Tempo addietro mi sono trovato a commentare un post su The paradise city, e ho continuato a pensarci sin'ora: vuoi perchè sono orgoglioso della mia prosa — ah, sia lode al mio ego! —, vuoi perché mi ha messo di fronte ad una situazione che, essendomi ogni giorno sotto gli occhi, mi è sempre sfuggita. In molti lamentano della morte civile che aleggia nelle nostre serate, in troppi raccontano con sguardo trasognato immortali nottate passate a Barcellona. In pochissimi si adoperano per dare una mossa alla propria vita: forse perchè questo richiede fantasia e applicazione, forse perchè occorre volontà. In effetti, è molto più comodo rimanere uguali a se stessi e traslarsi spazialmente in un luogo in cui ci si possa far portare dalla corrente, in cui la propria piattezza possa passare inosservata. Trovo sia un atteggiamento veramente vile nei confronti di se stessi.

Eppure mi sembra così naturale… coltivare degli interessi, parlarne in giro, inseguirli per tutt'Italia. Trascinarsi dietro qualcuno, in modo da ampliare anche gli interessi di tutti i propri conoscenti. Agire, insomma, fare. Ma è un discorso che cade nel vuoto. Molto più facile rimanere davanti al Mille, o al Balìn, o al Cafè de la Place, a bevacchiare e raccontarsi quella dall'uva, pianificando quell'unica settimana all'anno in cui inventarsi un nuovo vivere. Bello, per carità, simpatico e divertente, mi ci chiamo in mezzo anch'io: ma il fine settimana scorso ho conosciuto o reincontrato gente di Torino, Vicenza, Roma, Napoli, Catania. Ho parlato, ballato, riso. Ho pianificato viaggi, raccolto informazioni, imparato tecniche. E sono tornato a casa, sì nella morte civile, ma migliore e più completo: e la prossima volta sarà meglio, e ad ogni giro le possibilità di essere e rimanere felice aumenteranno di un poco. Perché altri non fanno scelte di questo genere? Perché annegarsi nell'inedia mentale?

Ecco cosa centrava Elio, all'inizio. Schiavi di abitudini insensate, sospinti da aspettative che verranno disattese per la propria incapacità di esibire una volontà. In attesa di quella settimana di lieto ritornello, che non c'entra un cazzo, ma che piace ai giovani.




"L'assenzio", di Edgar Degas



Seduti in quel caffè, a non pensare a nulla. E scappò via con la paura di arrugginire, il giornale di ieri lo dà morto arrugginito... I becchini ne raccolgono spesso, tra la gente che si lascia piovere addosso.

19 febbraio 2008

E il prossimo anno al Festivalbar

Lo so che di solito è buona regola adoperarsi in uno straccio di introduzione, ma qui la constatazione è cristallina: la Ferrero è un pozzo di pessime meraviglie.

Vi sottoporrò oggi, se vorrete, la scenetta preparata per Kinder Delice, che ha per protagonisti una madre che in un recente passato era segretaria di Hugh Hefner, un ragazzino con la faccia da schiaffi e la sua band di marmocchi, che guardando TRL tutti i pomeriggi hanno capito che con un paio di filastrocche composte con l'ausilio delle letterine magnetiche (o di quelle dello Scarabeo, qualora voleste cimentarvi) chiunque ha i suoi tre minuti Woodstock.

Tratto da I gatti senz'altro si arrangerebbero; continua la lettura…





…non ci si può bagnare
due volte nello stesso fiume
nè prevedere
i cambiamenti di costume…


Quanta saggezza. Per i soliti illetterati, notifico la citazione di Battiato in "Di passaggio", sperando di non dover spiegare i perché ed i percome di questo incipit. I più accorti di voi si saranno accorti che sto citando un blog di un perfetto sconosciuto. I più sognatori lo crederanno un primo passo verso nuovi e fulgidi orizzonti. Personalmente non do peso alla cosa: il blog citato è, a mio parere, semplicemente delizioso, umanamente condivisibile, e pubblica in un momento di stanca degli aggiornamenti dei miei amici. Poi vabbè, amici.

Vediamo di spendere due parole per inquadrare il blog sotto esame; quante volte ci siamo basiti di fronte ad uno spot che dipinge scene di vita di popolazioni sì umanoidi ma che nulla hanno a che spartire con la nostra razza? Esseri luminosi e trascendenti, che raggiungono inviolate vette di pace e piacere soltanto cambiando la saponetta del cesso, o che perseguono (perseguitano) l'unità familiare grazie alle sottilette Kraft. Sì, li abbiamo guardati, li abbiamo ascoltati, ma non li abbiamo compresi: la Storia ci insegna che a questo punto dovremmo crocifiggerli. Il mai abbastanza lodato Jonlooker sembra perseguire questo obiettivo, ma vista la cronica carenza di legname si accontenta della cosiddetta "gogna mediatica", che all'atto pratico è anche molto più economica. Scrive bene, scorrevole e discorsivo. Segue gli stessi ragionamenti che grosso modo qualsiasi essere pluricellulare fa di fronte alla televisione moderna, il che, come abbiamo già notato, porta a conseguenze grottesche; il che viene impreziosito da un'attenzione al dettaglio ragguardevole che porta all'attenzione minuzie sfuggite senz'altro ai più (che diavolo, quella frase, latte e cacao si scontrano a secchiate e un magma marrone soffoca un innocente rettangolo di pan di spagna mi ha fatto venire un ictus!).

Non voglio approfondire più di tanto, perché questa volta sto scrivendo un post pro piuttosto che contro. Semplicemente mi faceva piacere pubblicizzare un lavoro che sto seguendo e che mi sta piacendo (e che stimo un sacco, vista la frequenza di aggiornamento. Ogni volta che mi cade l'occhio sul Cronopuntatore a sinistra verso una segreta lacrima, poi alzo le spalle e continuo serenamente a vivere la mia vita). Insomma, non giriamoci in giro, dovreste iniziare a leggere con continuità il blog di Jonlooker; personalmente vi consiglio di iniziare da Appunti sparsi tra il pranzo e la cena, giusto per entrare in atmosfera, ma poi dove si finisce si finisce e si trova sempre del buono. Poi, se per caso vi avanza tempo, fate un salto anche sul blog di Eriadan, attraverso il quale l'ho conosciuto e dal quale ho attinto in passato. Poi, ancora, spegnete tutto e vedete di fare (finalmente) qualcosa di produttivo.




"American Gothic", di Grant Wood



Non propriamente l'apoteosi del consumismo.

American Gothic, di Grant Wood

8 febbraio 2008

Cosa si scrive in un blog?

Come al solito, dopo aver aperto il blog mi trovo puntualmente nei casini perché non so cosa scriverci. Mi è sempre successo in da quando avevo 15 anni, e mi consolo sperando di non essere la sola ad avere questi problemi. Così, per cercare l'ispirazione, sono andata a dare un'occhiata ai blog dei miei amici, e guardate un po' cos'ho trovato.

Tratto da Vado a lavarmi...; continua la lettura…





Inevitabile il commentare questo nuovo blog. Ogni tanto, gironzolando in rete, capito su un blog con degli interventi carini e spesso condivisibili, su argomenti comuni ma trattati in modo interessante. Puntualmente il blog risulta abbandonato… Gira gira, scava scava, salta fuori che la scrittrice è puntualmente la Manu, in una delle sue molteplici reincarnazioni; digitalmente parlando, credo che 'sta ragazza abbia più avatar di Viṣṇu (notate l'accuratezza della traslitterazione; se invece vedete due orrendi quadratazzi, ringraziate Exploder e scaricate un browser serio. Uno qualunque. Piuttosto anche Lynx). La rete è ormai presa d'assalto, assediata da torme di blog zombie agli ordini dell'Oscura Scrittrice, creature in bilico tra la vita e la morte che claudicano verso il sorpreso lettore e lo seguono incerti nel suo peregrinare. Nulla dà a pensare che questo blog possa vivere una sorte differente, è solo un'altra pedina nel diabolico piano per intasare la cache di google.

Detto per inciso, se l'Autrice avesse radunato tutti i suoi interventi in un'unico luogo, avrebbe ottenuto un blog di dimensioni ragguardevoli e di piacevolissima lettura. Ma, forse, sta continuando ad aprire blog copincollando a turno da qualcuno di quelli più vecchi. Diabolica donna.

Ma veniamo — finalmente — al post di cui in oggetto. Lì per lì mi è preso un colpo, credevo mi avesse fregato l'idea e volesse anche lei mettersi a sparare banalità (fanfaluche; adoro questa parola, fanfaluche. E pochi sanno cosa significhi). Poi ho scoperto che cercava solo delle muse ispiratrici: meno male che non sono stato scelto, non mi ci vedevo molto nei panni di Talia. La prosa, come al solito, è scorrevole, quello su cui ci si incricca sono un po' i contenuti. Passiamo alla critica dell'analisi, quindi…
Pi
Definire Pi come "vocato da giornalista" mi pare francamente eccessivo. Può avere la vocazione da sparacazzate da bar sport, al limite! E per quanto riguarda la vastità di orizzonti, diciamocelo (e l'ho già detto), la sua enciclopedica conoscenza di facezie soverchia le sue reali capacità intellettive. Gli riconosco però il merito di usare l'accento nella parola "ancòra"; quando inizierà a scrivere "principî" lo riterrò realmente encomiabile.
Belinde
Quel "non sempre a torto" fa quasi pensare che spesso abbia torto. Il che mi inacidisce e mi spinge ad una maggiore cattiveria nei confronti dell'Autrice
Rave
Periodo confuso. Sinceramente non ho capito se scriva qualcosa di cui si vergogna, di cui è orgogliosa, se scrive, se legge, se non fa leggere… ma cosa diavolo voleva dire?
Babi
Questo è carino. Non il blog citato, che non ho visitato vista la presentazione. Solo peccato l'utilizzo di De' André come passpartout verso una vita normale.
Cocco
E qui si nota come abbia preso la rubrica dei suoi contatti e l'abbia passata voce per voce. Dal fatto che ha trovato solo sette blog si evince la brevità della sua rubrica… E se aggiungiamo che il blog citato è un altro cadavere messo lì per far numero…
Vale e Giullo
Non capisco cos'avremmo da sghignazzare in più rispetto al solito. Per ghignare alle spalle sue e di Vic bastano le consuete illazioni non dimostrate.



La conclusione, poi, non porta nulla di interessante. Un elenchino di osservazioni banali, di cui la terza messa giusto per giustificare l'uso di una lista numerata. Nulla di che. Ma c'è da dire che con questa storia dell'elenco di blog anch'io mi son trovato con un post nuovo e zero fatica. Dovrò riutilizzare questo escamotage, in futuro.




"Thalia", di Jean-Marc Nattier



Con questo post intendo cominciare ad innalzare il livello culturale del blog. Alla fine di ogni post inserirò un qualche quadro, relato al post in questione da qualche mio insano collegamento mentale che lascerò ai visitatori l'onore e l'onere di scoprire.

5 gennaio 2008

Scrivo 2, leggi 1

E' una sorta di offerta come quelle del supermercato, i famosi prendi 2 e paghi 1. Questo però non è il discount sotto casa, si tratta solo di 2 post in 1, perché mi è venuta l'ispirazione x due cose contemporanteamente.

Tratto da CaMpUs; continua la lettura…





Sto scivolando verso la prostituzione: me la menano di scrivere, e io scrivo. Credo organizzerò un pulsante per effettuare donazioni, oboli et similia direttamente dall'homepage; magari passerò casa per casa col cappello in mano, oppure — più probabilmente — minaccerò qualcuno per farmi pagare da bere al Mille…

Ma torniamo — o arriviamo, più correttamente — al post in questione. L'immaginazione dell'Autrice ha la stessa prolificità dei conigli australiani, e lo stesso impatto nefasto sull'uomo e sull'ambiente. Ogni seppur piccolo stimolo avuto dalla sua per altro comunissima vita viene visto come scusante per gettarsi a capofitto nella stesura di un nuovo pezzo. Questa volta il suo sguardo da irrancidita zitella asburgica viene calamitato da due categorie di derelitti della società occidentale: i lavoratori da call-center e gli emo. È un interessante accostamento, poiché permette di conforntare chi per costrizione esterna deve mancare di volontà e chi ne manca per sua propria scelta. Ma non parliamo di questo, che potrebbe assomigliare ad un discorso interessante e sensato, piuttosto concentriamo la nostra attenzione su dettagli del tutto secondari quali lo stile e l'esposizione del pezzo…

Il post è di insospettabilmente buona lettura. Sembra quasi che prima di scrivere ci abbia realmente pensato. Certo, la sua visione del mondo rimane molto ristretta, e questo è commisuato dal fatto che la sua comprensione umana per i poveri telefonisti cessa qualora l'Autrice stia soddisfando i suoi più bassi istinti (qalunque cosa stesse facendo in bagno con le braghe calate, da sola o in compagnia che fosse, è un basso istinto). Insomma, il reale messaggio che ci vuole trasmettere è questo: "sono molto comprensiva, tranne quando ho le braghe calate". Che è lievemente differente da quanto esprime nella seconda parte del post, quella sugli emo: "sarei anche molto comprensiva, ma mi fate veramente calare le braghe!".

Per il resto, non c'è molto da dire. Il post si conclude con le consuete e ritrite domande sulla natura degli emo, e con la promessa di lanciarsi in un video-risposta ormai atteso con impazienza da grandi e piccini. Nulla di che, quindi, ma si spera che con questo la mia vita su messenger possa tornare a svolgersi senza rotture di balle eccessive (chi ha da capire ha capito).

Un'ultima cosa: la grafica usata nel blog, è quanto di più orrendo ed illeggibile sia mai stato creato, e mi dolgo amaramente di avere contribuito a quell'agonia del buon gusto e dei principi di impaginazione che ora è. Auspico un futuro di cecità a tutti i fruitori del blog di cui in oggetto, in modo da permettergli in futuro l'utilizzo di browser braille che pietosamente impediscano l'osservazione dello sfondo. Che il Signore o chi per esso abbia pietà della mia mano che produsse quello sfondo.